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Smettila di giocare al piccolo astronomo!

Questo articolo mi è stato ispirato diversi anni fa da un collega quando mi disse: “Smettila di giocare al piccolo astronomo!”. Premettiamo che ognuno deve essere libero di scegliere a cosa appassionarsi: caccia, pesca, funghi, camper… probabilmente nei primi esempi gli ambientalisti potrebbero protestare!
Io sono appassionato di astronomia ormai dall’età di 15 anni e devo ringraziare mio padre che mi ha trasmesso una delle sue passioni e mantenerla è il classico modo di ricordarlo, in quanto l’ho perduto all’età di 17 anni. È stato lui a costruirmi il mio primo telescopio: un tubo in acciaio alla cui estremità è stata fissata una “lente da occhiale” della focale di circa un metro. Avete letto bene! Ho iniziato ad osservare il cielo con una lente da occhiale che si era procurato mio padre da un negozio di ottica. Stavo quasi ricalcando le orme di Galileo Galilei!

Galileo Galilei
Il primo astronomo ad usare un telescopio

Ed alla sera con questo “tubo prodigioso” cercavo pianeti, nebulose, ammassi aperti e galassie. Mi pareva di essere il grande astronomo pisano! Ovviamente i puristi mi obietterebbero subito la qualità delle immagini: infatti avendo una sola lente erano presenti aberrazioni cromatiche molto accentuate!
All’età di 16 anni, sempre con l’ausilio di mio padre, ho effettuato il secondo passo nel campo dell’astrofilia: ho conosciuto altre persone con la mia stessa passione. Grazie ad una serata organizzata nella piazza principale di Asti, conobbi alcuni ragazzi e un signore molto carismatico e mi invitarono subito a partecipare alle riunioni. Era il nucleo embrionale di quello che diventerà il Gruppo Astrofili Astigiani. Per me era un “grande passo” perché a metà degli anni ’80 non esisteva ancora Internet, la rete globale, e se era necessario reperire informazioni si consultavano enciclopedie e biblioteche, ma soprattutto l’unico canale per essere informati o per conoscere altri astrofili erano le riviste specializzate. Da allora abbiamo fatto molta strada: sono state organizzate serate pubbliche in città e nella provincia astigiana, corsi di base per nuovi soci e corsi più avanzati per il liceo scientifico, conferenze, mostre e quant’altro.
Ma adesso chiediamoci cosa possono fare gli astrofili al giorno d’oggi? Secondo me sia ieri che oggi gli astrofili devono essere “l’anello di congiunzione” tra gli astronomi e la gente comune per divulgare le conoscenze astronomiche. A seconda delle possibilità economiche, di tempo e di passione ci si può dedicare alla divulgazione oppure alla ricerca. Infatti molti gruppi come il nostro organizzano incontri per discutere oppure per osservare le bellezze del cielo, ma altri si dedicano alla ricerca di supernove o studio di asteroidi. Questi due campi di ricerca sono aperti a chiunque abbia uno strumento con una buona apertura e molta pazienza. Adesso con l’ausilio della rete e dei social network, i gruppi astrofili pubblicizzano le proprie attività pubbliche o private in modo tale da offrire la possibilità di “buttare l’occhio al telescopio” a chiunque oppure a far innamorare un nuovo “amante delle stelle” o astrophylos come ci chiamerebbero gli antichi greci.
Una categoria complementare è l’astrofotografo. Esistono molti appassionati che armati di camera fotografica, telescopio e vari filtri interferenziali eseguono scatti alle nebulose più belle o elusive dell’intero cielo. Costoro sono aiutati dall’elettronica che, se da un lato ha complicato leggermente l’esecuzione della fotografia digitale, sono però avvantaggiati in fase di elaborazione perché possono far risaltare dei dettagli sempre più fini con software sempre più sofisticati.
Comunque spero che anche nel futuro più o meno remoto ci saranno appassionati che con telescopi prenderanno per mano i curiosi e li porteranno a fare un giro nel Sistema solare, nella nostra galassia o per l’universo! Cieli sereni a tutti quanti!